Inizia senza preavviso, quasi come una sorpresa inaspettata nel cuore del periodo natalizio, il nostro viaggio alla scoperta della storia dei Presidenti della Nazionale Cantanti. È un cammino che ci riporta indietro nel tempo, tra musica, sport e solidarietà, per raccontare le figure che hanno guidato questa squadra unica nel suo genere. E il primo capitolo non può che essere dedicato a Mogol, il visionario che ha trasformato un’idea in una realtà capace di unire il ritmo delle note con il battito del cuore di chi dona.
Mogol, pseudonimo di Giulio Rapetti, non è soltanto il paroliere che ha scritto alcune delle pagine più belle della musica italiana, ma anche un visionario capace di unire persone, passioni e scopi comuni. Oltre alla sua straordinaria carriera artistica, Mogol è il fondatore e l’anima della Nazionale Cantanti, un progetto che ha trasformato il calcio in uno strumento di solidarietà senza precedenti e a cui ha contribuito attivamente per oltre 40 anni.
L’origine di un’idea rivoluzionaria
Nonostante la fondazione ufficiale della Nazionale Cantanti risalga al 1981, vi erano già state alcune partite significative giocate in precedenza. La prima si tenne nel 1969 e vide tra i protagonisti Paolo Mengoli, che sarebbe poi diventato una presenza costante nella squadra, partecipando a un numero record di partite. Un altro evento importante si svolse il 2 ottobre 1975, quando la Nazionale Cantanti affrontò la Nazionale Attori in una partita speciale. Tra i cantanti in campo figurava anche Lucio Battisti, che, pur non essendo un calciatore esperto, accettò di partecipare con entusiasmo.
Nel 1981, Mogol fondò ufficialmente la Nazionale Cantanti, un progetto che lo vide dapprima Presidente e poi Capitano giocatore. L’idea nacque in seguito a una richiesta d’aiuto, supportata dal fondamentale contributo del D.G. Gian Luca Pecchini. Mogol ricorda che un amico, presidente della Croce Verde Sempione, gli chiese di organizzare un concerto per raccogliere fondi necessari all’acquisto di un’ambulanza. Ma Mogol, lucido e lungimirante, rispose: “Non verrà abbastanza gente per un concerto, ma posso organizzare una partita di pallone.” Nacque così la prima partita di quella che sarebbe diventata la Nazionale Cantanti. Tra i partecipanti c’erano artisti amati come Lucio Battisti, che, pur non essendo un calciatore, si prestò con entusiasmo: celebre è il suo tentativo di colpo di testa su un cross altissimo, che scatenò risate e applausi fra i presenti. L’evento si tenne all’Arena di Milano, attirando ben 20.000 spettatori, e permise di raccogliere i fondi necessari per l’ambulanza. Quel primo successo fu solo l’inizio. Mogol comprese che il calcio, grazie alla passione che genera e alla sua capacità di unire, poteva diventare uno strumento straordinario per fare del bene. Decise quindi di strutturare l’iniziativa e fondare ufficialmente la Nazionale Cantanti, chiamando a raccolta amici e artisti come Gianni Morandi, Pupo, Gianni Bella, e molti altri.
La Nazionale Cantanti: un simbolo di solidarietà
La Nazionale Cantanti fin dalla sua nascita non è stata solo una squadra di calcio, ma un vero movimento sociale e culturale che ha attraversato generazioni. Con oltre 500 partite disputate e una raccolta totale di oltre 120 milioni di euro, ha sostenuto centinaia di progetti solidali, con un’attenzione particolare ai bambini e alle persone più fragili. Mogol non è stato solo il fondatore, ma anche un protagonista in campo. Inizialmente attaccante, con una media impressionante di 21 gol in 20 partite, Mogol si è poi adattato al ruolo di difensore per esigenze di squadra. “Di solito in campo avevamo 8-9 attaccanti e pochi difensori,” racconta con ironia, “così mi sono sacrificato per il gruppo, giocando in difesa.”
Gli eventi che hanno fatto la storia di Nazionale Cantanti
Tra i tanti momenti memorabili, uno degli eventi più significativi fu la partita organizzata il 25 maggio 2000 all’Olimpico di Roma, con la conduzione affidata all’indimenticabile Fabrizio Frizzi e Bruno Pizzul alla telecronaca, che vide la Nazionale Cantanti affrontare una selezione composta da giocatori e intellettuali israeliani e palestinesi in occasione de “La partita della Pace”. L’evento, che attirò 80.000 spettatori, fu reso ancora più speciale dalla partecipazione di leggende come Michael Schumacher, Roberto Baggio, Giovanni Trapattoni, Pelè (il quale ha dato il calcio d’inizio della partita), Roberto Mancini, la presenza in tribuna d’onore del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi e artisti come Zucchero e Khaled.
“Lo considero il momento più alto della mia ultra quarantennale storia con la Nazionale Cantanti. Tutto era partito da un legame di stima e amicizia con l’ex calciatore Daniele Tani, che avevo conosciuto ai tempi in cui ero dirigente del Rimini. Tani era amico dell’arcivescovo Pietro Sambi, che in quegli anni era anche rappresentante papale in Israele e delegato apostolico per Gerusalemme e la Palestina. Era il 1999 e si stava preparando la storica visita di Giovanni Paolo II in Terra Santa. Tani mi raccontò che, tra le tante iniziative a corollario di questi eventi straordinari volti a rafforzare il dialogo tra le parti, si stava pensando anche a un evento di calcio planetario. Fu lo stesso Sambi a caldeggiarlo, favorendo l’idea di far scendere in campo giocatori di entrambi i Paesi”, il ricordo del DG Gian Luca Pecchini a “L’eco di Mantova”. A fronte del suo impegno, l’associazione ha ricevuto numerosi e prestigiosi segni di stima, come il riconoscimento giuridico della Presidenza del Consiglio dei Ministri nel 1996, l’incontro con il Presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro nello stesso anno, e l’udienza a Roma da Sua Santità Giovanni Paolo II° il 6 ottobre 1999. Tra i tanti riconoscimenti, nel giugno 2003 si aggiunse un altro incontro importante con il Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi. Inoltre, nel novembre dello stesso anno, la Nazionale Cantanti ricevette il “Man for Peace Award”, il prestigioso riconoscimento dei Premi Nobel per la Pace, assegnato dal Dalai Lama e da Mikhail Gorbaciov in apertura del IV° Summit dei Nobel per la Pace in Campidoglio a Roma.
Un altro riconoscimento significativo arrivò il 16 ottobre 2002, quando la Nazionale Cantanti fu nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura, la FAO. Questo titolo consacrò ulteriormente il progetto come esempio di solidarietà e attenzione verso le cause globali.
Una passione che unisce musica e sport
Nonostante Mogol abbia scoperto la passione per il calcio relativamente tardi, intorno ai 39 anni, si è immerso completamente in questo mondo, trovando nel pallone uno strumento per costruire relazioni e diffondere valori. La sua capacità di coinvolgere artisti di grande fama, come Eros Ramazzotti, Luca Barbarossa, Enrico Ruggeri, e molti altri, ha trasformato ogni partita in uno spettacolo unico, capace di attrarre migliaia di persone e raccogliere fondi per cause fondamentali.
Oggi, la Nazionale Cantanti continua il suo viaggio, ma il suo spirito originario è ancora vivo grazie alla visione di Mogol. “Non mi sarei mai immaginato di raggiungere certi obiettivi,” ha dichiarato, eppure i numeri e i successi parlano da soli: la Nazionale Cantanti ha dimostrato che musica e sport, insieme, possono cambiare il mondo. Mogol ha saputo trasformare un’idea semplice in una straordinaria realtà, regalando emozioni dentro e fuori dal campo. Non è solo un maestro della parola e della musica, ma anche un esempio di come il talento possa essere messo al servizio degli altri. La sua storia con la Nazionale Cantanti è una testimonianza di solidarietà, passione e speranza, destinata a ispirare generazioni future.
“La solidarietà nasce dalla voglia di stare insieme e di aiutare il prossimo. È un gesto semplice, ma ha la forza di cambiare il mondo.” – Mogol