Il giornalismo inteso come missione, questo l’insegnamento lasciatoci da Andrea Purgatori, professionista dell’inchiesta che ci ha lasciato lo scorso 19 luglio, a seguito di un’improvvisa malattia.
Oggi, venerdì 28 luglio, si sono svolti a roma i funerali del giornalista, il cui feretro – accompagnato dai Vigili del Fuoco – è stato accolto da una grande folla che si è radunata in Piazza del Popolo. La cerimonia è avvenuta nella Chiesa degli Artisti, nel cuore pulsante della sua amata città.
Andrea Purgatori, infatti, era nato nella Capitale il 1° febbraio del 1953, a cavallo tra la ricostruzione postbellica e l’epoca della dolce vita. Dopo un master conseguito alla Columbia University di New York, cominciò la sua carriera di inviato, realizzando reportage su casi riguardanti il terrorismo negli anni di piombo, affrontando temi scottanti come la vicenda di Aldo Moro e la strage di Ustica.
Dalla sparizione di Emanuela Orlandi alla cattura di Totò Riina, nulla è passato inosservato al suo occhio e alla sua penna. Oggi lo ricordiamo con affetto e con gratitudine, per aver saputo raccontare fatti di cronaca senza spettacolarizzazione, mediante una narrazione fedele e sempre rispettosa.
Di Andrea Purgatori resteranno le sue inchieste, i suoi saggi e i suoi reportage di guerra. Tanti i conflitti che si è ritrovato a testimoniare, dalla Guerra in Libano alla Guerra del Golfo, passando per le rivolte in Tunisia e Algeria, fino ad arrivare alla recente Guerra in Ucraina.
In fondo, ogni storia si somiglia, anche la più cruenta e orribile, a Purgatori il merito di aver saputo fare informazione con professionalità mista alla sua innata nobiltà d’animo.
La Nazionale Cantanti si stringe attorno alla famiglia: i figli Victoria, Edoardo, Ludovico e la Errica Dall’Ara.